La strada sale lungo il fianco della collina e scopre dapprima l’orizzonte marino e la costa dei trabocchi, poi il profilo austero dell’Abbazia, imponente e solenne edificio circondato da uliveti d’argento.
Tutto intorno riecheggia il silenzio quieto della campagna, mentre il sole scolpisce nella luce ogni angolo della scura pietra dell’Abbazia. L’aspetto esteriore, sobrio e monumentale, caratterizza anche l’ampio interno a cui si può accedere dal portale della facciata principale o da un ingresso laterale, opposto al quale si trova la porta che si affaccia sullo splendido chiostro e sul giardino che lo adorna.
Storia e architettura
Il nucleo originale dell’Abbazia risale probabilmente al VI secolo, con la costruzione di un oratorio dedicato a San Giovanni Battista. Distrutta da un violento terremoto nell’anno 847, essa fu ricostruita nel 1015 per volere di Trasmondo, conte di Chieti. Alla chiesa fu aggiunto un monastero che includeva due chiostri, la biblioteca e la scuola ed il complesso divenne sede di una comunità benedettina.
Di nuovo, nel 1165, per volontà dell’abate Oderisio II, la chiesa venne nuovamente ristrutturata: fu mantenuta la pianta originale, composta da tre navate e vennero aggiunte le arcate sostenute da semicolonne con i capitelli scolpiti in stile borgognone; il presbiterio, diviso in tre campate secondo lo schema delle navate, venne posto in posizione sopraelevata rispetto alla superficie interna della chiesa, mediante un’ampia scalinata. Lateralmente al presbiterio, due scale conducono agli ambienti della cripta che custodiscono splendidi affreschi attribuiti a Luca Pollustro da Lanciano.
Nel complesso, l’esterno dell’abbazia risale a circa un secolo dopo rispetto agli ambienti interni, come ad esempio il portale che si apre sulla facciata principale, voluto dall’abate Rainaldo tra il 1225 e il 1230, e decorato con bassorilievi che raffigurano alcuni episodi della vita di San Giovanni. Questo portale, detto della luna, in alto raffigura Gesù seduto tra la Vergine e San Giovanni Battista. Nella nicchia in basso si può vedere il busto mutilato di San Benedetto; mentre sul lato sinistro una scritta segnala che lì era ospitata una statua di San Romano e a destra si trova la statua dell’abate Rainaldo.
Ai lati del portale sono raffigurate scene tratte dai testi sacri: sul lato sinistro del portale gli ebrei chiedono a Giovanni chi sia ed egli risponde “una voce che grida nel deserto”,
sotto è rappresentata la visita di Maria ad Elisabetta e più giù Daniele all’interno della fossa dei leoni; sul lato destro è raffigurata la circoncisione di San Giovanni, l’angelo che predice a Zaccaria la nascita di un figlio a cui dovrà dare nome Giovanni e di nuovo Daniele nella fossa dei leoni.
Il chiostro, risalente ai tempi di Oderisio, è stato più volte risistemato e, delle antiche colonne restano solo otto esemplari. Vale la pena percorrere i tre lati che circondano il giardino, per godere della deliziosa vista del roseto e del profilo di tegole antiche che ricopre il curioso capo dell’Abbazia.
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Foto di Nicola D’Orazio
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