L’ultima corsa su strada: un libro per raccontare il Gran Premio Pescara 1957

 

di Maria Orlandi

 

Ieri, nella Sala Convegni della Fondazione Pescarabruzzo, è stato presentato il volume “L’ultima corsa su strada” dedicato alla Coppa Acerbo del ’57, edizione valida per le qualificazioni di Formula 1 di quell’anno.

Il libro, scritto da Richard Williams caporedattore del quotidiano The Guardian e uno dei più autorevoli giornalisti sportivi dei nostri tempi, rievoca la manifestazione del ’57 raccontando la storia e le emozioni di 16 uomini, un po’ folli un po’ eroi, che quel giorno corsero alla velocità di 280 chilometri orari per le strade di Pescara, Spoltore, Villa Santa Maria, Cappelle e Montesilvano; una gara emozionante che vide infine il trionfo di Stirling Moss su Juan Manuel Fangio.

All’incontro hanno partecipato il presidente della Camera di Commercio Daniele Becci, il sindaco Luigi Albore Mascia, il presidente della Fondazione Casa Natale Enzo Ferrari e direttore del quotidiano “Il Centro” Mauro Tedeschini e il presidente di Pescarabruzzo Nicola Mattoscio, che ha aperto la presentazione del libro illustrando come «attraverso la storia della Coppa Acerbo e nelle bellissime pagine di Richard Williams emerga uno spaccato della storia grande e piccola della nostra regione e del nostro paese».

Al di là del racconto di un evento eccezionale in un tempo e in un luogo carichi di speranze ancora oggi disattese, al di là dei vincitori e dei vinti, al di là di ogni possibile confronto tra passato e presente, ad emergere con forza sono stati infatti i ricordi ancora vividi di chi quel giorno c’era: il fumo polveroso della strada, il rombo assordante dei motori, l’odore intenso e persistente di olio di ricino bruciato.

Tra le pagine di questo libro e nelle testimonianze di quanti erano presenti in sala per condividere il ricordo di quell’evento eccezionale, una Pescara lontana, eppure ancora vicina, si è plasmata assumendo i contorni di un luogo mitico, dove tutto poteva ancora accadere grazie alla volontà e allo spirito di iniziativa della sua gente.

Ricordando quelle sedici auto e i loro piloti, abbiamo attraversato a folle velocità le vie di una città in festa che alla fine degli anni ’50 sembrava protesa verso un futuro di opportunità, molto spesso saggiamente colte e poi dimenticate, abbandonate, rinnegate.

 

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