Un convegno per ridare vita al fiume Tavo

Perché si è lasciato che le sorgenti del Tavo sparissero portando il fiume in punto di Morte? È questa la domanda che il Comitato Spontaneo per ridare vita al fiume Tavo si pone all’inizio della battaglia civica che mira a riportare l’area delle sorgenti del Vitello d’Oro alle fiorenti condizioni precedenti alla costruzione dell’omonimo acquedotto.

Un cammino che parte dal convegno intitolato “Chi fa sparire le sorgenti del fiume Tavo?”, in programma venerdì 26 settembre presso la sala consigliare del Comune di Farindola. Esperti e responsabili tecnici degli Enti si interrogheranno sulle ragioni che impediscono alle Istituzioni di bloccare le violazioni sugli Usi Civici e sulle acque pubbliche: cause che hanno comportato la sparizione di tutte le specie ittiche, impediscono l’uso delle acque per uso agricolo e zootecnico e apportano un danno economico ed ambientale incalcolabile, con la scomparsa delle cascate del “Vitello d’Oro”.

Ad illustrare la situazione in cui verte l’area delle sorgenti di Farindola è Gabriele Costantini: «Il bacino Mortaio d’Angri-Vitello d’Oro fornisce in media circa 650 litri di acqua al secondo. L’acquedotto ultimato nel 1978, per servire l’area Vestina e la fascia costiera tra il pescarese e il teramano, ne capta l’intera portata. Ciò comporta il prosciugamento del fiume e della cascata del Vitello d’Oro per circa 3 mesi all’anno. Negli ultimi 36 anni, solo in alcune estati alle sorgenti è riuscito a scorrere un piccolo rigagnolo, alimentato da più abbondanti piogge invernali». Tutto ciò ha causato la sparizione di specie ittiche autoctone come la Trota Fario, l’impossibilità per i residenti di attingere alle acqua per usi agricoli e zootecnici, nonché il danneggiamento di un’importante attrattiva turistica nel cuore del Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga. «Un danno ambientale, paesaggistico ed economico incalcolabile – aggiunge Costantini – oggi evitabile incrementando l’utilizzo dell’acquedotto del Giardino: un bacino che porta 16.000 litri al secondo dal quale attualmente viene captata acqua per 800 litri al secondo».

Poco chiara, allo stato dei fatti, anche la questione normativa: «Prosciugare la sorgente del Tavo – prosegue Gabriele Costantini – viola il rispetto delle norme sugli Usi Civici e le norme del Testo Unico Sulle Acque Pubbliche n° 1775 del 1933 per il livello minimo dei corsi d’acqua per la sopravvivenza delle specie faunistiche fluviali». Per queste ragioni si è costituito a Farindola il Comitato spontaneo per la rinascita del Fiume Tavo, pronto a richiedere all’Azienda Consortile Acquedottistica e alla Regione Abruzzo, che governa le risorse idriche regionali, di adottare i necessari provvedimenti per il ripristino ambientale tramite il rilascio completo delle acque delle sorgenti del Vitello d’Oro e parte di quelle del Mortaio d’Angri.

A gettare le basi per un’ampia partecipazione popolare è intervenuta anche l’Associazione culturale La Zanzara.

 

Convegno “Chi fa sparire le sorgenti del fiume Tavo?”

Sala consigliare – Comune di Farindola

Venerdì 26 settembre 2014, ore 17:30

Condividi:
  • Print
  • Digg
  • StumbleUpon
  • del.icio.us
  • Facebook
  • Yahoo! Buzz
  • Twitter
  • Google Bookmarks