L’abbraccio mancato

Anno domini 2020. In un’era dove basta un click e in pochi secondi sei dal lato opposto della terra, vai da un continente all’altro e basta un click per essere uno dei più grandi opinionisti ed esperti di settore, la didattica a distanza diventa un po’ come il pane quotidiano.

Così vediamo i bambini sempre più impegnati ad essere giustamente al passo coi tempi, essere parte “attiva” di una realtà (virtuale) e va da sé che occupare del tempo per prendere un auto o fare due passi, magari in compagnia di un amico, per andare a scuola, beh è decisamente una perdita di tempo. Tempo prezioso.

È vero: viviamo un era altamente tecnologia, grazie alla tecnologia possiamo, osiamo, risolviamo… un’era digitale dove prima dell’ABC che insegnavano a scuola in tempi ormai remoti, insegnano ad essere connessi con il mondo altrimenti ne sei fuori. Se non sei connesso sei fuori dal mondo. Non è retorica, ma realtà.

Noi genitori ci lamentiamo tanto del tempo che i nostri figli passano davanti ad uno schermo, ma noi stessi siamo “presi dalla rete”. Per risparmiare, guadagnare tempo scarichiamo App, ci registriamo su siti.

Per risparmiare tempo è importante informatizzarsi. Informatizzare tutto.

Poi ad un certo punto arrivano i “se” i “ma”. Ci rendiamo conto che un segno rosso sul compito di nostro figlio vale tanto. “Maestra perché a Luigi hai messo un voto più alto, io ho fatto solo un errore?” la maestra accarezza dolcemente i capelli di Francesco e guardandolo negli occhi gli spiega il motivo. Bene, ora Luigi e Francesco possono tornare a giocare e a correre in classe o nel cortile. Mi raccomando senza farvi male.

Come spiegare a dei bambini che tutto questo per un po’ non sarà possibile? Che un Virus pericolosissimo vieta loro anche di abbracciarsi? Perché i grandi non trovano la soluzione? Da dove viene il virus? Si però dopo posso tornare a giocare con Francesco? Posso portare i giochi sotto il suo ombrellone? Quando potrò abbracciare le maestre? Se la maestra mi fa sedere vicino a Francesco, mamma ti prometto che farò i compiti da solo… è difficile spiegare ad un bambini che quest’anno NO, non si può. Non si possono fare tante, ma tante cose che neanche noi sappiamo quante e quali.

È difficile parlare di qualcosa che non si vede ma c’è.

Andreina Moretti, Valeria Aloi, Roberta Di Maurizio, Anastasia Di Pietro, donne e artiste di Roseto degli Abruzzi lo hanno fatto grazie alla collaborazione con dei piccoli artisti. Ne è nata una bella avventura che ha visto partecipare anche i genitori. Il tutto rigorosamente a distanza, nel rispetto delle norme che il distanziamento sociale impone. Il risultato è stato la pubblicazione del libro di favola “La favola di Wuhan”.

Come ogni favola che si rispetti ha un lieto fine.

Il lieto fine che ognuno di noi spera: senza retorica né giudicare chi opera in settori che non ci appartengono, ma con la consapevolezza che si diventa grandi grazie al confronto, sicuramente anche virtuale, ma soprattutto reale, si diventa grandi grazie ai segni rossi su un foglio, ad un lavoro su PowerPoint… anche grazie agli abbracci!

 

A cura di Paola Gallese

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