Una strada immersa nel paesaggio verdeggiante della collina di Santa Maria Arabona conduce alla Tenuta Arabona, con la sua distesa di filari generosamente esposti al sole della primavera e lo sguardo rivolto verso l’imponente massiccio della Majella.
La storia della Tenuta Arabona inizia circa 40 anni fa con Pasquale e Dina Radica e la loro azienda agricola, per poi proseguire con il figlio Domenico, il quale terminati gli studi prende la conduzione dell’azienda e, a poco a poco, ne aumenta le dimensioni. Nel 1991 Domenico decide di trasformare la Tenuta in un’azienda di agricoltura biologica e nel 2006, insieme alla moglie Maria Antonietta, realizza la cantina di proprietà.
«Volevamo qualcosa di nostro da portare avanti che ci desse soddisfazione a livello professionale e personale e non solo un “lavoro”», racconta Maria Antonietta.
Una storia di passione, dunque, per la terra e per un’idea antica eppure attualissima di connubio con essa: rispettare i tempi e gli equilibri della natura, osservandone i metodi per la coltivazione della vite.
«Praticare la coltivazione biologica è una scelta di vita: o si fa o non si fa – spiega Domenico – . Ai tempi in cui andavo a scuola, già si parlava di agricoltura biologica, di agricoltura sostenibile, del basso impatto dei fitofarmaci e così via. Non c’era ancora un vero regolamento sul biologico, ma avevo questo forte interesse per certi argomenti. Poi nel ’91 è stato approvato il decreto comunitario ed è uscito il regolamento sull’agricoltura biologica, immediatamente abbiamo fatto certificare l’azienda da un organismo di controllo bolognese che tuttora ci certifica. Praticare l’agricoltura biologica significa fare agricoltura un po’ come si faceva una volta. Utilizzare per la protezione delle piante, la loro concimazione, solo ed esclusivamente prodotti di origine naturale; quindi, niente prodotti chimici di sintesi, né prodotti creati in laboratorio. Per esempio nella vigna si usano zolfo e rame, come una volta. Nella trasformazione è la stessa cosa: non si usano tantissimi prodotti coadiuvanti di vinificazione e si tende ad utilizzare lieviti indigeni e non lieviti selezionati, per la chiarifica si cerca di utilizzare solo il freddo e comunque mai prodotti derivanti dalla chimica. Ci vuole molto più impegno e si torna a fare il contadino vero: la presenza dell’uomo sul posto diventa più importante della molecola chimica».
Nella Tenuta Arabona tecnologie moderne si affiancano ad antiche tradizioni e macchine, attrezzature, contenitori sono tutti costruiti in acciaio inox. Viene inoltre utilizzato un potente impianto di refrigerazione, sia per ovviare ai trattamenti chimici e sia per controllare i processi di fermentazione e affinamento dei vini. Quest’ultimo, poi, avviene quasi esclusivamente in acciaio inox e bottiglia, con brevi passaggi in legno solo per i vini rossi strutturati.
I vini
Terra Cruda
Il nome deriva dalle antiche costruzioni contadine realizzate in paglia e argilla, ancora presenti sulle colline pescaresi, come la masseria che si erge fiera in cima alla collina coltivata a filari. Prodotto solo con uve provenienti dai vigneti di proprietà, il Terra Cruda è Montepulciano d’Abruzzo DOC, Cerasuolo d’Abruzzo DOC, Trebbiano d’Abruzzo DOC, Abruzzo DOC Pecorino.
Manus Plere
Manus plere, dal latino “mano piena” , indicava la piccola fascina di grano che, quando si mieteva, riusciva a stare in una mano, e da cui deriva il nome Manoppello. Il Manus Plere è Montepulciano d’Abruzzo DOC, Cerasuolo d’Abruzzo DOC, Trebbiano d’Abruzzo DOC, Pecorino IGT colline pescaresi, Cabernet Sauvignon IGT colline pescaresi, Chardonnay IGT colline pescaresi.
Storìa
È un vino cotto dolce e prende il suo nome da una tradizione antica secondo cui, nelle case contadine, quando nasceva un figlio veniva prodotto un vino speciale, un vino cotto appunto. Conservato per anni, esso veniva aperto in occasione della Prima Comunione e del matrimonio del figlio.
Don Pasquale
Vino rosso Montepulciano dedicato a Don Pasquale Radica, il cui profilo è stato stilizzato sull’etichetta dal maestro Stefano Schiazza.
Cantine Aperte 2012
Il 26 e 27 maggio i proprietari della Tenuta Arabona vi aspettano per una visita guidata della cantina e dei vigneti e un interessante approfondimento sui processi produttivi e sul mondo dell’agricoltura biologica.
La degustazione dei vini sarà inoltre accompagnata dall’assaggio dei prodotti realizzati dalla Tenuta Arabona, quali l’olio extra-vergine di oliva, i sottolio e le confetture, insieme ad altri prodotti tipici locali.
In occasione di Cantine Aperte sarà presentata ufficialmente la nuova linea MIA NATURA VINO BIOLOGICO, disponibile dal 1° agosto 2012; e, per tutti gli appassionati d’arte, mostra itinerante del maestro Stefano Schiazza, che guiderà il pubblico presente tra le sue opere d’arte contemporanea ricche di luce e di colori.
La sera pane olio ed arrosticini artigianali, cotti direttamente da Fausto sui carboni: evento con prenotazione obbligatoria (338 2621167 – 085 8561902 – info@tenutaarabona.it ), allietato dall’intrattenimento musicale dell’Associazione Culturale Zampogne D’Abruzzo che si esibiranno in canti e suoni della nostra tradizione.
ORARI:
Sabato 26 maggio 2012
ore 15.00 – 21.00
Domenica 27 maggio 2012
ore 10.00 – 20.00
Tenuta Arabona
di De Acetis Maria Antonietta
Via Santa Maria Arabona n.30
65025 Manoppello Scalo (PE) Italia
Telefono: 085-8561902
Fax: 085-4969152
info@tenutaarabona.it
www.tenutaarabona.it
Testo di Maria Orlandi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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