Graziano Paolone e il qanat di Bisenti

Graziano Paolone è originario di Bisenti ed è sempre stato affascinato dalle leggende che riguardano il suo paese. Racconti antichi, che si tramandano di generazione in generazione e che narrano una storia a tratti inedita della nostra regione, a partire dalle misteriose gallerie del qanat di Bisenti fino ad arrivare alla presunta casa natia di Ponzio Pilato.

Ma dove si trova e cosa è un qanat?

Percorrendo Strada Fonte Vecchia in Bisenti si giunge ad un’ampia gradinata che scende fino alla Fonte Vecchia, dove un’arcata in pietra e mattoncini introduce al vano in cui si trova la fonte con le sue vasche. Un’epigrafe segnala l’anno 1730, data in cui la costruzione è stata ristrutturata, e un’apertura piuttosto piccola apre lo sguardo sul gioco di canali interni: il qanat, appunto.

Il qanat è una tecnologia inventata in Mesopotamia circa 3000 anni fa e consiste nella captazione delle acque direttamente della falda idrica; l’acqua viene poi trasportata attraverso gallerie sotterranee leggermente inclinate, che possono essere lunghe anche parecchi chilometri. Nel Qanat, l’acqua fluisce per effetto della gravità, in quanto la destinazione è più bassa rispetto al punto di origine e raggiunge la superficie attraverso pozzi verticali.

In base ai sopralluoghi effettuati da Paolone, il qanat di Bisenti dovrebbe partire dalla collina di San Pietro per poi raggiungere l’estremità sud orientale del paese, ovvero la Fonte Vecchia da dove Paolone è entrato per visitare la galleria. Nel suo percorso il qanat incontra un pozzo verticale, oggi inaccessibile a causa della presenza di detriti, che corrisponde all’impluvium interno all’abitazione che la tradizione vuole essere la casa natale di Ponzio Pilato.

 

Come è stato scoperto il qanat di Bisenti?

In realtà non si può dire che abbiamo scoperto il qanat, piuttosto lo abbiamo riscoperto, perché è sempre stato là dove l’abbiamo trovato.

Una leggenda raccontava che dal pozzo della casa di Ponzio Pilato si diramasse un canale che giungeva in località Fonte Vecchia, dove si trova l’ingresso da cui siamo entrati. Ogni leggenda ha un fondo di verità e seguendone le tracce siamo riusciti a capire che esisteva veramente questo sistema idrico. Abbiamo ispezionato solo una parte del qanat, anche se del tratto ancora inesplorato abbiamo probabilmente individuato l’ingresso presso la collina di San Pietro sopra Bisenti, dove è stato presumibilmente creato il pozzo verticale per intercettare la falda acquifera e da qui scavato fino a portare il qanat a valle.

 

È attualmente accessibile?

Una parte non lo è. Questo sistema idrico è antichissimo e probabilmente negli anni, quando hanno costruito il sistema fognario per esempio, ha subito dei crolli lungo il suo percorso. Però ci sono persone ancora in vita che testimoniano che fino alla fine degli anni 60, inizio degli anni 70 il qanat era tutto percorribile.

 

È ancora in uso?

La sua funzionalità è perfetta. Quando va via l’acqua in paese si attinge a quella fonte.

Fonte che però non è censita: nessuno sa da dove prende l’acqua.

 

Come è arrivata fino in Abruzzo questa tecnologia?

In base alle mie ricerche, questa tecnologia viene dall’oriente, in particolare il medio oriente. In Iran i canali arrivano ad essere lunghi anche tantissimi chilometri.

Quello che penso è che i qanat siano stati portati qui da persone che hanno colonizzato il nostro territorio. La conferma viene anche dai tre agrimensori latini Balbo, Igino e Frontino, i quali parlano dell’area che noi abitiamo come di Interamnia Palestina Piceni. Per esempio, dei Filistei stanchi delle armi di Giosuè, potrebbero essersi uniti ai Greci per risalire la Dalmazia e poi colonizzare l’Italia: anche a Paermo ci sono i qanat.

Se i latini parlavano di Palestina Piceni un motivo ci doveva essere. Probabilmente qui c’erano delle colonie della Palestina. Pensiamo alla distruzione del tempio di Gerusalemme da parte dei Babilonesi: molti abitanti della terra di Canan, cioè della Palestina, fuggirono e seguirono le rotte commerciali dei Fenici e, per motivi commerciali o sociali, abbandonarono il loro territorio, si stanziarono in questa parte dell’Abruzzo e portarono qui la propria cultura, con la costruzione di questi sistemi idrici, ma anche il loro linguaggio. Per esempio c’è un paese che si chiama Bacucco e questo nome potrebbe derivare da Abacuc, profeta biblico; c’è poi Villa Bozza che deriva da Booz, un personaggio del libro di Rut.

E poi, i comuni piccoli di solito sono arroccati sulle colline, Bisenti invece si trova a valle ed è circondato da profili collinari. Perché? Perché secondo me prima di costruire il paese, hanno trovato l’acqua e costruito il sistema idrico.

 

Da dove nasce la leggenda della casa di Pilato a Bisenti?

C’è una casa a Bisenti che la tradizione designa come la casa natale di Ponzio Pilato. Ovviamente l’abitazione che c’è adesso non è di origine romana, ma l’impianto dovrebbe essere quello di una vecchia villa patrizia romana, con l’impluvium al centro che è poi il pozzo del qanat. Solo che questo impluvium funziona al contrario: di solito raccoglieva l’acqua piovana, mentre questo prendeva l’acqua direttamente dal qanat ed è probabilmente per questo motivo che la villa era stata costruita lì.

La leggenda di Ponzio Pilato si tramanda da generazioni, proprio come quella del qanat.

Ponzio Pilato era un militare che aveva fatto carriera, forse proprio perché conosceva l’aramaico e per questo fu inviato in Palestina a governare quel territorio. Secondo la tradizione, anche Longino era originario dell’Abruzzo, di Lanciano in particolare. Pilato e Longino erano militari dello stesso ceppo etnico aggregati alla stessa legione.

 

Leggi l’articolo Il regista Francisco José Fernandez incontra Graziano Paolone per raccontare la storia di Pilato

Foto di Nicola D’Orazio

© RIPRODUZIONE RISERVATA

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