Mauro Cioffi lavora nel settore turistico da 30 anni e, insieme alla sua famiglia, gestisce il Lido Bianco a Francavilla al Mare.
In qualità di presidente dell’associazione Imprenditori Turistici Francavilla al Mare, nata per incentivare lo sviluppo turistico, fa il punto sull’attuale situazione turistica in Abruzzo e, in modo particolare, a Francavilla al Mare.
Qual è la tipologia di turista che viene in vacanza in Abruzzo?
In base alla mia esperienza, ti rispondo ponendo l’attenzione più su Francavilla, Pescara e zone limitrofe. Di altre aree geografiche posso parlare solo per sentito dire.
Il tipo di turismo che sceglie questa zona è prevalentemente famigliare stanziale, cioè sono per lo più le stesse famiglie che si recavano qui negli anni ’70 ’80, quando Francavilla era un polo turistico per una serie di motivi culturali e non solo.
Io non sono originario di Francavilla però devo ammettere che 30 anni fa, quando ho iniziato a lavorare in questo settore, la situazione era totalmente diversa. All’epoca c’erano fiumi di di turisti che arrivavano da Roma, Milano, dalla Puglia e da altre zone d’Italia e c’era anche qualche straniero. Io ho vissuto, quindi, tutto il periodo di decadenza turistica di questo paese. Sono arrivato che ero piccolino e mi ricordo che su Viale Alcione c’era talmente tanta gente che non si poteva quasi camminare su entrambi i marciapiedi, mentre adesso è tutto buio e non c’è nessuno.
Io dico che siamo arrivati al punto zero, al fondo e quindi, volendo essere ottimisti, possiamo solo provare a risalire, anche se secondo me abbiamo perso terreno rispetto a realtà vicine, come alcuni paesi del teramano che hanno saputo attuare una buona politica turistica, e siamo lontanissimi dai livelli della Romagna, di Rimini, di Riccione. Secondo me il problema è che qui non è mai stata fatta una politica turistica degna di questo nome ma è stata fatta una politica turistica spicciola.
Ora, dalla mia piccola esperienza posso dire che una parte di colpa va attribuita all’amministrazione perché non fa una programmazione turistica, ma l’altra parte di responsabilità è da ricercarsi nel fatto che tra i residenti non ci sono né cultura turistica e né volontà turistica. Che vuol dire? Che molto probabilmente l’abitante stesso, il nativo di Francavilla al Mare come di tanti altri paesi, non è pronto culturalmente ad accettare il turismo e non lo vuole veramente e questo si riflette sull’atteggiamento dell’amministrazione. Allora, credo che dobbiamo ripartire dalla base.
Cosa fa l’associazione dei balneatori ITF a favore del turismo?
Il nostro obiettivo principale è la promozione turistica. Cerchiamo prima di tutto di stabilire rapporti di reciprocità tra i soggetti presenti sul territorio. Tra di noi è fondamentale andare d’accordo, anche se la concorrenza è una cosa naturale e fa parte del mondo del lavoro; ma bisogna instaurare un buon rapporto anche con le altre associazioni e gli enti ed è importante riuscire a recuperare o consolidare il rapporto con capitaneria di porto e agenzia delle dogane, al fine di capirci meglio e migliorare sul lato della sicurezza e su quello organizzativo.
Poi bisogna promuovere le manifestazioni turistiche a respiro cittadino.
Quali sono le criticità rilevate nel settore turistico abruzzese?
Prima di tutto la mancanza di programmazione a medio e lungo termine. Il fatto che non ci sia un assessorato al turismo forte in un paese a vocazione turistica, ti fa capire che la volontà di fare turismo è bassa. Non ci sono soldi e va bene, ma non ci vogliono solo i soldi per fare il turismo, serve la mentalità turistica. Bisogna capire qual è la nostra identità turistica, perché non si può più sparare nel mucchio e perché il modo di fare turismo è cambiato. Ci vuole integrazione dei servizi: in alcune zone più a nord c’è una fortissima integrazione dei servizi, dal posto letto alla spiaggia al ristorante.
Il discorso è che un turista può anche prendere casa a Francavilla e poi voler andare una volta a Ortona, un’altra volta in montagna: ma occorre fare sistema per valorizzare tutto questo. Lo sforzo massimo deve essere quello di rendere attivi tutti gli attori sul territorio. Io rappresento i balneatori a Francavilla e credo che dobbiamo essere i primi a fare autocritica insieme a tutte le categorie presenti sul territorio e legate al turismo.
Noi, i balneatori intendo, non siamo pronti. Ancora non formiamo una mentalità turistica. Con l’associazione, da tre anni a questa parte, stiamo facendo passi da gigante e siamo consapevoli che se vogliamo il turismo dobbiamo creare il turismo e investire sia mentalmente che economicamente. Quindi: gli operatori devono investire economicamente, ma l’amministrazione deve agire da centro di controllo con una regia seria. E poi anche realizzare dei corsi improntati al turismo, soprattutto di accoglienza, poiché noi siamo qui a fare accoglienza al turista e dobbiamo lasciare un buon ricordo a chi viene nelle nostre strutture.
Il turismo è una bella cosa ma come ogni cosa ha il suo rovescio della medaglia. Il turismo può portare a degli innalzamenti dei prezzi, a un po’ più di rumore e non si sposa con una città dormitorio, dove le strutture turistiche sono viste come un fastidio.
Se tu vuoi fare uno stabilimento che offre dei servizi di qualità, sei costretto a spendere dei soldi e ad investire, ma per avere un ritorno su questi investimenti ci deve essere un’utenza turistica. Il turista quando viene in vacanza vuole approfittare dei servizi del posto e per farlo spende soldi, mentre il locale cucina a casa, mangia a casa, la sera non esce. Guardando da una prospettiva economica, il turismo porta benessere, fa circolare la moneta ed è fondamentale in un periodo di crisi come questo.
Cosa proponete per rilanciare il turismo in Abruzzo?
Per quanto mi riguarda curo al meglio la mia attività e, fino a che riesco, mi impegno ad offrire servizi che possano essere accolti in modo piacevole dall’utenza.
Poi, nell’associazione e con i miei colleghi stiamo cercando di far crescere la categoria, perché se faccio questo lavoro voglio avere alle spalle una categoria con una identità forte.
Come presidente il mio compito è ripristinare l’immagine della categoria dei balneatori e creare maggiore unità.
Con l’associazione, poi, raccogliamo soldi e li reinvestiamo nelle manifestazioni turistiche. Questa estate, per esempio, abbiamo realizzato una piccola guida turistica in cui è raccontata in breve la storia di Francavilla e sono segnalate le zone di interesse turistico, ma anche i numeri utili e quelli degli stabilimenti che aderiscono all’associazione.
Vorremmo attivare dei pulmini turistici a Francavilla. L’ideale sarebbe individuare un paio zone in cui si può parcheggiare ad una tariffa agevolata e da lì fare partire il servizio di bus navetta, un mezzo di trasporto che può trasformarsi in un veicolo promozionale con la presenza al suo interno di guide turistiche e quant’altro. Per l’anno prossimo noi vogliamo provarci.
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