Il regista Francisco José Fernandez incontra Graziano Paolone per raccontare la storia di Pilato

È una storia iniziata circa 2000 anni fa e, nonostante i molti misteri che l’attraversano, essa è ancora oggi la vicenda “umana”, se così si può dire, che più di ogni altra muove l’interesse tanto dei credenti quanto degli scettici.

È il cammino su questa terra, e oltre, di Gesù di Nazareth che nella sua breve vita incontrò molti personaggi, tra cui Ponzio Pilato, governatore della Giudea che ne sancì la condanna a morte, e Cassio Longino, soldato romano che seguì il triste epilogo della vita di Cristo e ne divenne egli stesso testimone di fede.

Ma cosa ha a che fare questa storia con l’incontro avvenuto sabato 28 aprile a Bisenti tra lo studioso Graziano Paolone e il regista catalano Francisco José Fernandez?

Tutto nasce dalla leggenda che vuole Pilato originario di Bisenti, una storia tramandata di padre in figlio e confermata da molti indizi, accuratamente mostrati da Paolone, il quale da anni si batte per il riconoscimento di Bisenti quale paese d’origine del governatore romano.

Natali che hanno incuriosito il regista catalano, da diverso tempo residente a Pescara, al punto da ispirare la trama di un cortometraggio sulla figura di Pilato: «è una storia di amore e di perdono, il perdono della madre di Longino nei confronti di Ponzio Pilato», ha spiegato il regista durante l’incontro.

Insieme, Paolone e Fernandez hanno ripercorso le tappe principali di un itinerario sulle tracce di di Pilato a Bisenti, a cominciare da quella che la tradizione designa come la sua casa natale. «La casa che c’è adesso non è di origine romana, ma l’impianto dovrebbe essere quello di una vecchia villa patrizia romana, con l’impluvium al centro che è il pozzo del qanat di Fonte Vecchia – ha spiegato Paolone -. Un tempo questa zona era chiamata Palestina Piceni, probabilmente perché qui c’erano delle colonie di palestinesi che tra le altre cose avevano portato la loro cultura, il loro linguaggio, i sistemi idrici e la coltivazione dell’ulivo. Ponzio Pilato, come Longino di Lanciano, altro non erano che due militari mandati in Giudea proprio perché ne conoscevano la cultura».

Dalla casa di Pilato posta nella zona alta del paese, Paolone e Fernandez si sono poi diretti verso Fonte Vecchia dove hanno visitato l’ingresso dell’antico qanat: un sistema idrico di origine mesopotamica, quasi interamente percorribile, che consiste nella captazione delle acque direttamente della falda idrica; l’acqua viene poi trasportata attraverso gallerie sotterranee leggermente inclinate, fino a raggiunge la superficie attraverso pozzi verticali, come quello situato nella casa di Pilato.

Dalla Fonte, i due si sono direttti verso il centro del paese e hanno visitato la chiesa di Santa Maria degli Angeli; l’edificio offre diverse similitudini con la chiesa di Santa Maria del Ponte a Lanciano: entrambe custodiscono simboli templari, furono costruite su templi pagani preesistenti e i soffitti sono decorati con pitture murali che raccontano varie vicende bibliche in sequenza temporale.

La figura di Cassio Longino, riabilitata da una ferma conversione alla fede, resta così legata a quella di Ponzio Pilato, ancora in attesa di definitivo giudizio, ma che troverà perdono e forse consolazione nelle sequenze del cortometraggio a lui dedicato da Fernandez: sarà la madre di Longino ad offrire il perdono a Pilato e in essa egli troverà la misericordia di Maria, madre di Gesù. Una storia che, dopo la visita di sabato 28 aprile, il regista promette di girare proprio a Bisenti, affascinante custode di una storia arcaica del nostro Abruzzo più segreto.

 


 


Leggi l’intervista a Graziano Paolone

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